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Unatras: I nuovi divieti di circolazione penalizzano pesantemente la nostra economia

I cinque giorni di divieti di circolazione per il trasporto merci, previsti con un Decreto del Ministro dei Trasporti a seguito
dell’ordinanza del Tar del Lazio in accoglimento del ricorso del Codacons, non miglioreranno  la sicurezza sulle nostre strade ma avranno come unico effetto quello di far perdere competitività al nostro sistema economico rispetto ai principali Paesi europei, dove le imprese possono lavorare in media ben 3 mesi in più all’anno visto che o i divieti di circolazione non esistono, oppure sono stati fissati in misura notevolmente inferiore rispetto all’Italia.

È quanto sottolinea Francesco Del Boca, Presidente di Unatras, l’Unione nazionale delle Associazioni dell’autotrasporto merci di cui fannoparte Confartigianato Trasporti, Cna Fita, Fai, Fiap L.,Sna/Casartigiani, Unitai.

“I nuovi divieti – sostiene Del Boca – produrranno una maggiore saturazione delle strade nelle ore precedenti all’inizio dei divieti, aumentando così il rischio di incidenti e, inoltre, costringeranno la produzione ariorganizzare i flussi attraverso l’aumento dello stock di merce nei magazzini, con un conseguente aumento deicosti di gestione.

Peraltro nei fine settimana interessati dai nuovi divieti, sarà impossibile per la merce italiana raggiungere i mercati d’Oltralpe”.

“Pur comprendendo che il provvedimento ministeriale è un atto dovuto – conclude il
Presidente di Unatras – è necessario ed urgente che, a questo punto, il Ministro convochi le organizzazioni dell’autotrasporto e le associazioni delle imprese in generale  per trovare una soluzione che superi l’ordinanza del Tar”.

Presidenza: Via San Giovanniin Laterano, 152– Roma

Segreteria Generale: P.zza G.G. Belli n.2 – Roma tel. 06/58300213 – fax. 06/58.16.389

 MANOVRA FINANZIARIA: NO ALLA “STANGATA PER I PENSIONATI”

 “Siamo consapevoli e pronti ad accettare i sacrifici che gli impegni assunti in sede europea ed il rigore dei conti pubblici impongono al nostro Paese, a condizione però che gli stessi siano equamente ripartiti e tengano nella dovuta considerazione la situazione dei pensionati e delle classi sociali più deboli”.

 Questo il commento del CUPLA – Coordinamento unitario dei pensionati del lavoro autonomo (costituito dalle Associazioni ed i Sindacati Pensionati di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcommercio e Confesercenti) – alla recente manovra economica varata dal Governo.  

Accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica alla coesione, alla rapidità delle decisioni ed al dialogo tra le forze politiche e sociali, il CUPLA condivide l’obiettivo di giungere alla definitiva approvazione della manovra entro pochi giorni ma ribadisce nel contempo la assoluta necessità di rivedere alcune misure che rischiano di aggravare ulteriormente la già difficile situazione in cui versano le fasce deboli della popolazione gli anziani ed i pensionati.

 A giudizio del CUPLA occorre, da un lato, attenuare significativamente il progettato sistema di blocco della scala mobile sulle pensioni – prevedendo in particolare soglie di operatività più elevate –, e ripensare gli annunciati tagli e tickets sulla sanità e sull’assistenza,  dall’altro, con un taglio ai costi della politica più deciso ed incisivo reperire le risorse necessarie per garantire al Paese un modello di welfare più sostenibile ed inclusivo.

 Il potere di acquisto delle pensioni diminuito del 30% negli ultimi 10 anni, i fondi delle politiche sociali ridotti del 76% negli ultimi 3 anni, l’azzeramento nel 2011 del fondo per la non autosufficienza, il taglio al numero dei posti letto e le giornate di degenza in ospedale, sono solo alcuni degli elementi che tracciano una situazione già fortemente critica per anziani e pensionati sulla quale il CUPLA richiama l’attenzione del Governo e del Parlamento affinchè  non sia ulteriormente ed ingiustamente aggravata.

MANOVRA

Paola Boido  Presidente Giovani Imprenditori Confartigianato Asti: “Bene detassazione neoimprese giovani, ma non dimentichiamo  aziende già avviate”

“Apprezziamo l’iniziativa che, secondo le anticipazioni sulla manovra, il Governo intenderebbe mettere in campo per incentivare la nascita di imprese di giovani under 35 con un’aliquota fiscale agevolata per i primi 5 anni.

E’ un segnale positivo per combattere il fenomeno della disoccupazione giovanile.
Ma analoga attenzione va riservata alla valorizzazione delle aziende che si sono battute per resistere alla crisi e che ogni giorni si impegnano per accrescere l’innovazione e la competitività del Made in Italy”.

Questo il commento di Paola Boido, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Asti, sulla misura che sarebbe prevista nella manovra economica varata dal Governo.

Secondo il Presidente Boido “non basta far nascere nuove aziende, se poi non ci sono le condizioni favorevoli perché possano svilupparsi e creare occupazione.

Per dare un futuro alle giovani generazioni occorre sicuramente favorire la creazione d’impresa ma è anche indispensabile assicurare la continuità e la solidità del nostro tessuto produttivo.

Per questo motivo – sottolinea Paola Boido – sono più che mai necessari interventi per favorire la trasmissione d’impresa, garantendo così la continuità dei saperi e delle competenze peculiari della nostra tradizione produttiva, per agevolare l’accesso al credito, per ridurre le complicazioni e i costi della burocrazia, per una maggiore flessibilità del mercato del lavoro”.

l’Asl AT prosegue nella campagna di controllo su macchinari e attrezzature
Gli obiettivi dello Spresal illustrati oggi al convegno ospitato al Centro culturale San Secondo

05/07/2011 – Nessun incidente mortale in agricoltura: è questo l’obiettivo delle attività che l’Asl AT sta mettendo in campo per la prevenzione degli infortuni in ambito rurale. Proprio la sicurezza sul lavoro è stata il tema centrale del convegno “Sistemi di gestione e modelli organizzativi: oggi per domani, una necessità aziendale”, che si è svolto questa mattina al Centro culturale San Secondo. Tra i relatori, oltre a Raffaele Guariniello, coordinatore del Gruppo salute e sicurezza del lavoro alla Procura della Repubblica di Torino, anche Roberto Zanelli, direttore dello Spresal astigiano. Il dirigente dell’Asl, presentando il Piano regionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura 2010-2012, di cui è anche il referente scientifico per il Piemonte, ha commentato la situazione astigiana puntando l’accento sull’importanza di interventi concreti con, in prospettiva, ampi margini di miglioramento dato che “gli incidenti in agricoltura rappresentano un importante problema per frequenza e gravità. La vocazione agricola della provincia di Asti e l’orografia del territorio collinare rendono particolarmente urgente intraprendere attività di prevenzione”.  Nel 2010 sono state ispezionate 38 aziende rurali, nelle quali si sono verificati infortuni con macchinari: in 27 casi è stata constatata l’effettiva presenza di rischio. Elevata la percentuale di attrezzature pericolose: trattrici prive di telaio di protezione o cabina (31 casi), cinture di sicurezza (68), presa di potenza (52).  Tra le cause, oltre all’utilizzo di macchinari, che determinano gli incidenti in agricoltura ci sono le cadute che in varie situazioni coinvolgono gli addetti, il crollo di strutture o materiali, gli incendi, i traumi provocati da animali.  “L’Astigiano – ha spiegato Zanelli – è un territorio che presenta una forte parcellizzazione delle imprese, con numerose realtà di piccole dimensioni e a conduzione famigliare. Significativo il dato sulla frequenza degli incidenti tra le diverse tipologie di addetti: tra il 2005 e il 2009 l’83% degli infortuni in agricoltura ha coinvolto i lavoratori autonomi, mentre i dipendenti sono stati il 17% (in numeri: 2.679 i primi, 555 gli altri)”.
E se da un lato diminuiscono gli incidenti al di sotto dei 40 giorni di prognosi, dall’altro resta costante il numero di quelli gravi.
Totale degli infortuni accertati nel territorio di competenza dell’Asl AT in agricoltura e suddivisi per gravità (periodo 2000-2009)
Infortuni mortali  Infortuni permanenti Infortuni temporanei con durata >=40gg Infortuni temporanei con durata <40gg Infortuni totali Scostamento % vs 2000
Anno Nr Nr Nr Nr Nr
2000 4 52 115 606 777
2001 3 61 105 555 724 -6,8%
2002 0 52 73 482 607 -21,9%
2003 0 59 81 454 594 -23,6%
2004 4 72 108 419 603 -22,4%
2005 2 56 105 420 583 -25,0%
2006 2 48 84 393 527 -32,2%
2007 0 46 71 347 464 -40,3%
2008 1 39 89 292 421 -45,8%
2009 0 50 108 319 477 -38,6%
Intanto, i tecnici dello Spresal proseguono nella specifica campagna sulla sicurezza delle macchine agricole con l’obiettivo, anche in questo caso, di azzerare totalmente gli infortuni gravi e mortali. L’azione di prevenzione, per essere maggiormente incisiva, farà appello alla sensibilità di amministratori locali e associazioni di categoria. Nella foto: il saluto di stamane tra Raffaele Guariniello e Roberto Zanelli

Ingegnere Energetico Nucleare Alessandra Gambino Astigiana figlia di Francesco Gambino e Marchisio Laura nostri artigiani di Confartigianato – già premiata nel 2004 con la borsa di studio ALESSANDRINA QUARELLO, è stata premiata con la “MELA D’ORO” nella cerimonia del 17 giugno 2011  a Roma per il prestigioso premio BELLISARIO, della FONDAZIONE MARISA BELLISARIO “Un percorso brillante , che prelude ad un futuro successo in campo professionale”  le parole dell’Ad Vodafone Paolo Bertoluzzo che l’ha premiata. Edizione numero23 intitolata al tema “Donne: innovazione e capitale umano” che ha visto sul palco del Teatro delle Vittorie di Roma donne del calibro di Susanna Camusso (Prima segretario generale Cgil donna), Lorenza Lei (direttore generale Rai) e Elsa Fornero (consiglio di sorveglianza Intesa Sanpaolo).

 

“La riduzione della spesa pubblica improduttiva è una scelta obbligata. Giudicheremo positivamente ogni sforzo compiuto
dal Governo per costruire una manovra dagli effetti strutturali, che intervenga in una logica di programmazione di medio- lungo periodo per garantire la stabilità dei conti pubblici con criteri di rigore stringenti”.
E’ il primo commento sulla manovra approvata dal Governo espressa da Giansecondo Bossi,Direttore Confartigianato Asti.
“Tuttavia – aggiunge Bossi – le scelte di contenimento della spesa pubblica non devono far venir meno l’impegno a rilanciare la crescita e la competitività del sistema economico, riducendo la pressione fiscale e la mole di costosa burocrazia che oggi grava sulle imprese”.
Secondo Bossi “la manovra costringe a misurarsi in termini di responsabilità con l’area delle riforme strutturali” e, in particolare, sulla base delle anticipazioni dei contenuti della manovra, va segnalata positivamente la misura che, allentando il vincolo del patto di stabilità interno, ‘premia’, di fatto, risparmiandoli dai tagli, gli Enti locali virtuosi. In questo modo – secondo il Direttore Bossi- sarà anche possibile sbloccare i pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese.
Inoltre, Bossi apprezza l’annunciata riduzione dal 10% al 4% della ritenuta alla fonte applicata dalle banche e dalle poste sui bonifici con i quali i beneficiari delle agevolazioni fiscali (del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il risparmio energetico) pagano le imprese esecutrici dei lavori.
Quanto alla legge delega per la riforma del sistema fiscale, riduzioni di aliquote IRPEF finanziate da incrementi di aliquote IVA generano effetti depressivi sui consumi – in particolare quelli delle famiglie con livelli di reddito medio- bassi – e del prodotto lordo, oltre a produrre tensioni inflazionistiche Rete Imprese Italia ritiene, dunque, necessario che l’impianto della delega venga rivisto in sede di discussione parlamentare, escludendo chiaramente l’ipotesi di maggiorazioni delle aliquote IVA.

“Ci auguriamo – sottolinea il Direttore di Confartigianato Asti – che le misure varate oggi dal Governo siano sufficienti per mantenere il nostro Paese al riparo dalle turbolenze finanziarie che investono l’Europa”.

La Politica deve dare maggiore sostegno al settore delle energie rinnovabili e all’efficienza energetica –sostiene Giansecondo Bossi – sottolineando che l’efficienza, l’economicità e la concorrenzialità dei mercati dell’energia dipendono anche dall’efficacia e dalla coerenza delle scelte fatte per lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, aspetti a cui Confartigianato assegna un ruolo fondamentale.
Pertanto Bossi si auspica una strategia trasparente, coerente con gli impegni europei, che valuti con un’ottica complessiva tutti gli strumenti a disposizione e, soprattutto, che sia stabile nel tempo, ritenendo che la sostenibilità energetica non possa essere affrontata separatamente dalla politica energetica nel suo complesso.
“L’esito del referendum –continua Bossi – impone uno sforzo aggiuntivo nella direzione delle fonti rinnovabili, considerati gli impegni ambientali in termini di riduzione delle emissioni e l’importanza di aumentare l’autonomia energetica del nostro Paese diversificando il mix di approvvigionamento”.
In particolare – prosegue Giansecondo Bossi- la politica di sostegno nazionale dovrebbe basarsi su 4 interventi: premiare maggiormente gli impianti diffusi di piccola potenza; prevedere e incrementare gli incentivi per l’energia rinnovabile prodotta in presenza di interventi di efficienza energetica dell’immobile e dei cicli produttivi; individuare meccanismi di copertura in grado di garantire il giusto equilibrio tra il sostegno alle rinnovabili e l’esigenza di limitare l’impatto dei costi sui consumatori finali di energia; evitare di porre tetti quantitativi periodici di potenza installabile per le singole tecnologie e fissare, invece, delle tappe per la produzione complessiva, armonizzando ed allineando la redditività delle diverse tecnologie per evitare fenomeni speculativi.
Inoltre, il Direttore Bossi ritiene necessario cogliere appieno le opportunità che il settore delle rinnovabili può offrire allo sviluppo economico e dell’occupazione incentivando maggiormente lo sviluppo della filiera connessa alle fonti rinnovabili con l’introduzione di misure agevolative accessibili anche alle PMI.

Roberto Dellavalle Presidente Alimentaristi Confartigianato Piemonte

Dalle grappe di Asti al limoncello di Sorrento all’amaro delle Valli Alpine, dagli estratti erboristici ai liquori delle Abbazie: in Italia sono circa 2.700 i piccoli laboratori che producono bevande alcoliche o liquori.
Su di noi la burocrazia picchia talmente forte da costringerli addirittura a chiudere bottega.
Il problema sta tutto nella mole di registri cartacei e informatici, complicati e farraginosi,  che gli imprenditori sono tenuti a compilare per certificare gli acquisti dell’alcool utilizzato per la preparazione dei liquori e il relativo pagamento all’Erario delle accise sull’alcool.
Un adempimento inutile poichè l’accisa viene pagata alla fonte, in tal modo l’alcool diventa una qualsiasi materia prima sulla quale il controllo fiscale non giustifica la quantità e la complessità dei dati da fornire.
“Basta burocrazia inutile ”. E’ l’allarme lanciato da  Roberto Dellavalle, Presidente di Confartigianato Alimentaristi Piemonte, che, ritiene opportuno una modifica  del Decreto Legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 per escludere le aziende produttrici di liquori dall’obbligo della tenuta dei registri, cartacei e informatici.
“Nonostante la sensibilità dimostrata dalla Direzione Generale dell’Agenzia delle Dogane, che ha prorogato di un anno i termini  per la presentazione delle denunce annuali degli acquisti di alcol – sottolinea Dellavalle – rimangono gravi problemi per le piccole aziende costrette a subire un  assurdo livello di incombenze burocratiche”.
“L’eliminazione dell’obbligo di tenuta dei registri e l’abolizione i contrassegni di stato “che solo l’Italia adotta” – fa rilevare Dellavalle – produrrebbe numerosi benefici: nessun danno per l’erario, alleggerimento dei compiti del personale dell’Agenzia delle Dogane preposto al controllo con un notevole risparmio per l’Agenzia, per lo Stato e per i cittadini, minore burocrazia per le aziende che potrebbero dedicarsi al loro lavoro”.

E’ fondamentale che l’impresa  possa far valere in sede giudiziaria le proprie ragioni senza limitazioni temporali che rischiano di penalizzare  il contribuente onesto a fronte di pretese ingiustificate da parte del fisco.
Questo è il giudizio espresso dal presidente Biagio Riccio.
A partire dal prossimo 1° luglio gli avvisi di accertamento sono immediatamente esecutivi  trascorsi 90 giorni dalla notifica.
Il contribuente – prosegue Riccio- può far ricorso e chiedere al giudice la sospensiva dell’azione esecutiva.
Il problema è che – sostiene Riccio – in base al Dl Sviluppo, se tale sospensiva non viene decisa dal giudice entro 120 giorni, Equitalia può comunque procedere al recupero forzato delle somme.
Sarebbe di fatto la reintroduzione del principio del solve et repete, già dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale nel 1961.
Va infatti evidenziato – sottolinea Biagio Riccio – che tempi medi di pronuncia delle commissioni tributarie provinciali sulle richieste di sospensione sono superiori a 6 mesi e vi è una elevata variabilità di tali tempi, tra le varie commissioni tributarie provinciali.
Inoltre, in circa la metà dei casi le richieste di sospensiva sono accolte dal giudice.
Questa norma lede l’elementare diritto del contribuente ad una giusta difesa, peggiora il rapporto tra contribuente ed amministrazione fiscale ed è  assolutamente inaccettabile.
E’  quindi necessario – conclude Biagio Riccio – prevedere espressamente che l’azione esecutiva rimanga sospesa fino a quando il giudice non si sia pronunciato sull’eventuale istanza di sospensiva.

Coinvolti 550.000 lavoratori dipendenti. 
Soddisfazione del Presidente di Confartigianato Asti Biagio Riccio

 

Confartigianato e le altre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi e i Sindacati di categoria (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil) hanno firmato oggi l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area meccanica.
Il contratto riguarda 550.000 lavoratori dipendenti dalle imprese artigiane della meccanica e installazione d’impianti, dalle imprese artigiane orafe e dagli odontotecnici.
Si tratta di un accordo importante perché disciplina l’apprendistato professionalizzante nel settore, prevedendo durate, nei due gruppi di riferimento, di 5 anni e mezzo e di 5 anni, e confermando il meccanismo della determinazione delle retribuzioni in percentuale crescente con l’anzianità di servizio.
Il contratto disciplina anche istituti come il part-time, il contratto a termine ed i contratti di inserimento, al fine di rendere più flessibile la gestione del rapporto di lavoro consentendo, nel contempo, di favorire nuove assunzioni.
L’accordo di rinnovo ha durata triennale e si inserisce pienamente nel nuovo modello contrattuale e della bilateralità dell’artigianato che prevede, fra l’altro, anche il prossimo avvio del fondo sanitario integrativo.
L’accordo prevede un incremento salariale, per l’operaio qualificato del settore metalmeccanico, pari ad 86 euro a regime per il triennio, da erogare in tre tranches così scaglionate (1 luglio 2011, 1 gennaio 2012, 1 settembre 2012).
Soddisfazione per l’intesa viene espressa da Biagio Riccio,  Presidente di Confartigianato Asti, il quale fa rilevare che “con questo accordo si conferma positivamente l’impegno, già assunto con i recenti rinnovi dei contratti artigiani, per valorizzare l’ apprendistato, istituto qualificante e peculiare dell’artigianato.
Nell’accordo le parti si danno atto dell’importanza dell’apprendistato nell’artigianato quale strumento di trasmissione delle competenze, fondamentale per garantire buona e stabile occupazione”.
Inoltre – sottolinea ancora Riccio – il contratto migliora la flessibilità per quanto riguarda la gestione dei principali strumenti contrattuali, con l’obiettivo di aiutare le imprese ad affrontare le sfide del mercato in questa fase di crisi”.